Se pensiamo ai progressi in ambito medicale (siringhe, guanti, mascherine, ad esempio) o nella conservazione dei cibi, è facile comprendere come la plastica sia un’ottima alleata. Infatti riduce alcuni dei problemi legati alla formazione di muffe e batteri e aiuta ad aumentare il livello di igiene.
La plastica, insomma, di certo ci ha reso la vita più facile e oggi la utilizziamo praticamente ovunque.
Ma l’effetto nocivo dell’inquinamento da plastica impatta negativamente sugli ecosistemi e sugli organismi viventi. Virginia Tardella (di Worldrise Onlus) lo spiega bene: ne produciamo troppa. E la plastica prodotta dagli anni Cinquanta a oggi è ancora presente nel pianeta. Inoltre, ne facciamo un uso sbagliato.
Perché ad oggi utilizziamo il 40% dei prodotti in plastica una sola volta e poi li buttiamo via. E spesso non li smaltiamo in maniera corretta.
I residui di tutti questi “scarti” generano le microplastiche che ormai vengono rilevate anche in molti dei prodotti che abbiamo in cucina. Sale, miele e soprattutto acqua in bottiglia ne sono un esempio.
C’è poi uno studio (American Institute of Physics: https://tinyurl.com/yx7xh36d) che ha dimostrato la presenza di queste microparticelle anche nell’aria che respiriamo.
Ma siamo in tempo per compiere piccole-grandi azioni e cambiare questo scenario. Ridurre il consumo di plastica è possibile, partendo dai gesti quotidiani. Eliminare l’acqua in bottiglia e utilizzare quella del proprio rubinetto, filtrata con un corretto sistema di ultrafiltrazione può contribuire a ridurre notevolmente la diffusione di plastiche e microplastiche nell’ambiente.
In GERS vogliamo fare la nostra parte per il pianeta. Ecco perché abbiamo studiato un sistema di ultrafiltrazione che garantisce un’acqua di casa sicura ed ecosostenibile. Ve ne parliamo qui!
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